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Valve sulle mod a pagamento: ‘non capivamo quello che stavamo facendo’

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Autore: GAMEmag – Videogames

“Facciamo un passo indietro perché è ormai chiaro che non capivamo quello che stavamo facendo”, è una dichiarazione storica da parte di un publisher e la si legge su Steam. “In passato abbiamo introdotto diverse funzionalità che consentivano ai creatori di contenuti di ottenere una parte dei guadagni, e queste funzionalità sono sempre state accolte positivamente. Evidentemente in questo caso non è così”.

The Elder Scrolls V Skyrim

Con Skyrim Valve aveva dato il via al supporto delle mod a pagamento tramite Steam Workshop, ma quell’annuncio aveva subito provocato una grossa reazione da parte della community dei giocatori. La quale ha subito reso chiaro che non gradiva l’idea che i creatori di contenuti avessero potuto chiedere dei soldi per condividere le loro creazioni e che, oltretutto, Valve potesse pretendere una parte del valore di ogni transazione.

Valve fa dunque un passo indietro e non consentirà in futuro di guadagnare con la condivisione delle mod. Inoltre, tutti coloro che hanno acquistato delle mod per Skyrim potranno chiedere un rimborso.

“Pensavamo che potesse essere una buona idea perché in quel modo i creatori di mod avrebbero avuto l’opportunità di dedicarsi a pieno tempo alle loro creazioni”, si legge ancora su Steam. “Inoltre, volevamo incoraggiare gli sviluppatori a fornire un supporto migliore per le mod. Abbiamo pensato che questo avrebbe portato a un’esperienza migliore con le mod, sia per quelle gratuite che per quelle a pagamento. Pensavamo che in questo modo ci sarebbero potuti essere altri casi come Dota, Counter-Strike, DayZ e Killing Floor, e volevamo che tutto questo accadesse in maniera organica per ciascun creatore di mod”.

“Ma abbiamo trascurato le differenze tra i nostri precedenti modelli di revenue sharing e i principi alla base delle modifiche di Skyrim. Conosciamo la nostra community abbastanza bene, ma far partire l’iniziativa coinvolgendo la community di Skyrim probabilmente non è stata la scelta giusta. Questo ha messo in cattiva luce l’iniziativa, anche se continuamo a pensare che da un certo punto di vista possa comunque essere una funzionalità utile”.

Qualche ora prima dell’annuncio di Valve era intervenuta sulla questione anche Bethesda, la casa produttrice di Skyrim, che aveva cercato di spiegare la decisione di chiedere del denaro per le mod. “Supportiamo il modding da moltissimo tempo, precisamente dal 2002 con il The Elder Scrolls Construction Set”, diceva Bethesda in un comunicato. “Siamo convinti che il valore dei nostri giochi cresca se diamo l’opportunità ai giocatori di creare i propri contenuti. E abbiamo continuato a supportare le mod anche se questo ha comportato una riclassificazione per Oblivion da T a M, cosa che ci è costata diversi milioni di dollari”.

“Anche se altri produttori hanno rinunciato al supporto alle mod, noi abbiamo continuato a spingere in quella direzione”, dice ancora Bethesda. L’accordo tra Valve e Bethesda risale al 2012, momento in cui le due software house hanno concordato che il mercato delle mod doveva rimanere aperto e non moderato in alcun modo. “Abbiamo avuto in diverse occasioni l’opportunità di intervenire e di cambiare le cose, ma abbiamo deciso di non farlo. Volevamo che fossero i giocatori a decidere cosa fosse buono, mediocre, giusto o sbagliato. Non abbiamo mai giudicato quello che facevano”.

Da quel post si capiva che Valve avrebbe trattenuto il 30% del valore della transazione per la vendita di una mod, mentre Bethesda avrebbe preso il 45% e l’utente autore del contenuto il restante 25%. Valve, però, chiariva che non si trattava di un reale modello di business visto che gli introiti dipendenti dalla vendita di mod non superavano l’1% rispetto al totale degli introiti ottenuti tramite Steam.

In quel momento Bethesda riconosceva che l’operazione poteva essere rischiosa, ma sottolineava anche i possibili benefici. “Vogliamo solamente che ci siano più mod e che sia facile accedervi, e allo stesso tempo manteniamo l’approccio DRM-free. La maggior parte delle persone non lo sa, ma tutti i DLC di Skyrim non hanno DRM. Inoltre, abbiamo commercializzato Oblivion senza DRM perché non ci piaceva come si comportava. Ci sono cose che possiamo controllare e altre che non possiamo controllare. E rimaniamo convinti che la nostra community abbia la migliore visione in assoluto e sappia bene come il modding dovrebbe funzionare. Pensiamo che sia importante fornire una scelta dove prima non c’era alcuna scelta”.

Nel frattempo, però, i giocatori davano il via a una petizione che in poche ore raggiungeva le 130 mila firme. E che evidentemente ha convinto Valve a fare un passo indietro.


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